L’ansia è un disturbo la cui incidenza progredisce giorno dopo giorno. Cambiano gli stili di vita, cambiano spesso i rapporti interpersonali ma l’ansia rimane spesso una nota costante. Chiariamo che sarebbe un errore pensare di poter dare all’ansia una chiave di lettura definitiva, anche perché le cause possono essere di origine psicologica o neurologica. Per questo la condizione va opportunamente indagata.
L’ansia può essere temporanea, può protrarsi per lungo tempo o, nel peggiore dei casi, arrivare a cronicizzarsi. Dietro vi sono quasi sempre delle motivazioni legate all’infanzia, al rapporto coi genitori, all’influenza esercitata da amici, alla capacità del singolo di affrontare i momenti più complicati della vita. In ogni caso, l’ansia non è semplice apprensione, ma un fenomeno persistente nel tempo che coinvolge l’individuo nella sua totalità.
L’ansia spesso non è presente in maniera esclusiva, dal momento che può condurre a fenomeni più specifici, ovvero:
• Ansia sociale;
• Ansia da separazione;
• Disturbo ossessivo-compulsivo;
• Attacchi di panico;
• Disturbo post-traumatico da stress;
• Fobie varie (dall’agorafobia alla claustrofobia);
• Mutismo selettivo;
• Disturbo d’ansia generalizzato, laddove l’ansia accompagna costantemente la quotidianità.
I sintomi dell’ansia
I sintomi dell’ansia sono:
• Tachicardia;
• Sudorazione eccessiva;
• Sensazione di svenimento;
• Vertigini e difficoltà nel movimento;
• Sensazione di asfissia;
• Nausea e vomito;
• Vampate di calore;
• Paura di morire;
• Senso di distacco dalla realtà;
• Sensazione di formicolio su tutto il corpo.
Farmaci e psicoterapia contro l’ansia
Per la complessità del fenomeno, si consiglia l’intervento combinato di uno psichiatra e di uno psicoterapeuta. Entrambe le figure si rendono necessarie per riuscire ad agire su ogni aspetto dell’ansia, previa un’adeguata e approfondita conoscenza del soggetto che ne soffre.
I farmaci più utilizzati sono gli antidepressivi e gli ansiolitici. La psicoterapia, invece, ha l’obiettivo di conoscere a fondo la storia del paziente, al fine non tanto di eliminare conflittualità attuali e pregresse, quanto invece di modificare gli schemi di pensiero abituale, costruendo un tipo di approccio alla realtà e alle difficoltà più positivo e risolutivo.