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Spossatezza: quando è meglio indagare

La spossatezza può essere adducibile a più motivazioni, di scarsa o importante entità, da valutare anche sulla durata del malessere. Se infatti esseri moderatamente spossati per un tempo breve può essere del tutto normale, se lo stato si prolunga troppo occorre farsi qualche domanda. Ancor meglio che il medico curante indaghi opportunamente per risalire all’origine del problema.

Spossatezza: quali cause?

La spossatezza, che possiamo identificare come una stanchezza cronica, può essere una delle conseguenze di patologie come fibromialgia, ipotiroidismo, celiachia, anemia, apnee notturne, diabete, mononucleosi, artriti per arrivare, nell’ipotesi più grave, ai tumori. Anche uno stile di vita particolarmente stressante, le emozioni forti, ansia e depressione possono condizionare fortemente l’individuo portandolo ad uno stato di spossatezza, e dunque a mancanza di forze, rapido affaticamento, sonnolenza e difficoltà di concentrazione.

Come contrastare efficacemente la stanchezza cronica

Se lo stato di spossatezza si protrae a lungo, sarà necessario l’intervento di uno specialista, evitando il fai da te. Uno stile di vita sano, basato su un regime alimentare equilibrato e regolare attività fisica, può aiutare a contrastare efficacemente la spossatezza. In che modo? Aumentando le energie e mettendo in circolo le endorfine. Sarà inoltre utile non abusare di alcol e caffè, migliorare quantità e qualità del riposo notturno, allentare lo stress, idratarsi correttamente, usare se necessari integratori di potassio e magnesio. Ricordiamo che antidepressivi ed antistaminici, talvolta utilizzati senza criterio contro la stanchezza cronica,possono influire ancor più negativamente sulla forza vitale dei soggetti.